Il cardinale Mazzarino si interessò all'acquisto del dipinto. L'affare non andò in porto probabilmente perché la cifra offerta dal cardinale era inferiore a quella di 10.000 ducati richiesta dai monaci.    
			Sullo sfondo a destra vi è la carrozza 'stile Cenerentola' traballante sul ponticello, mentre al centro in primo piano Giustina è inginocchiata con il pugnale nel petto. 
È stupefacente la costruzione del gruppo di destra: con molta disinvoltura ciò che sta dietro è posto 'sopra', annullando la profondità e giocando con gli scorci: si va dal paggetto alla donna e al cavallo con il suo cavaliere.       
Giudici e dignitari padovani sono ospitati in un'angusta struttura architettonica. 
I colori sono smaglianti, preziosi e artificiosi: si vedano i tessili, i sistemi vestimentari ricchi di panneggi, le armature, i capricapo esotici e il leggio marmoreo 'da terra'. 
La costruzione spaziale è manieristica, teatrale e giocata sull'asimmetria (lo spazio costipato di sinistra si contrappone alla profondità prospettica di destra).  
La raffigurazione di Santa Giustina ha avuto un seguito nell'opera di Paolo Veronese in quanto la vittoria di Lepanto del 1571 venne conseguita il 7 ottobre, giorno della festa della santa, che assunse così un ruolo non più solamente benedettino-padovano, ma più generalmente legato alla storia di Venezia.          
			
			
			
								Autore
						Paolo Caliari detto Veronese												
 
							
								
												
			
												Cronologia
						XVI, metà sec.
 
												Materiale e Tecnica
						Olio su tela
 
				
								
					Dimensioni
					Altezza: 138 cm 
Larghezza: 104 cm 
				  
								
												
								
				
								
				
								
								
				
								
								
								
								Stato di conservazione
						Buono