Si ritiene che la destinazione d'uso della tavoletta fosse quella di decorare un cofanetto destinato a dono nuziale. 
Ridolfi testimonia che Giorgione aveva eseguito dei dipinti per mobilio su temi improntati alle "Metamorfosi" di Ovidio. 
			Il soggetto mitologico raffigura Giove trasformatosi in cigno per unirsi a Leda. Quest'ultima, sdraiata, lo accoglie in un ambiente naturale. In una sintesi spaziale-atmosferica, creata dalle trasparenze di colori brillanti, risaltano le carni rosate di Leda in contrasto con il bianco del cigno e del lenzuolo. 
Il significato della figura femminile sulla sinistra non è chiaro. La donna ostenta "un vessillo con uno specchio decorato con rami incrociati che sembrerebbero di alloro". C'è chi l'ha interpretata come una figura sinistra, probabilmente indicante la sventura che colpirà Castore e Polluce, i gemelli nati dall'unione fra Leda e Giove. Certo è che questa donna si rivolge all'osservatore invitandolo ad entrare nell'immagine. 
Il dipinto si può confrontare con il cammeo in onice del III secolo d.C. conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il raffronto evidenzia una derivazione della tavoletta da un modello classico.            
			
			
			
								Autore
						Giorgio da Castelfranco detto Giorgione												
 
							
								
												
			
												
												Materiale e Tecnica
						Olio su tavola
 
				
								
					Dimensioni
					Altezza: 12 cm 
Larghezza: 19 cm 
				  
								
												
								
				
								
				
								
								
				
								
								
								
								Stato di conservazione
						Buono