Statua virile dalle dimensioni superiori al naturale, di cui sopravvive il busto. Raffigura un Sileno, creatura dall'aspetto umano con orecchie e coda di cavallo, appartenente al corteo di Dioniso/Bacco. La figura era molto probabilmente in piedi, con il capo girato leggermente a sinistra. 
			Il volto è caratterizzato da orecchie ferine, corona d'edera e frutti, barba folta a grosse ciocche serpentine, naso camuso, occhi infossati con sopracciglia aggrottate e aggettanti, labbra tumide.  Sulla spalla è  allacciata la nebride, che copre la metà destra del petto villoso e della schiena. La muscolatura è accuratamente trattata. In mano il Sileno teneva forse uno dei tipici attributi dei seguaci di Dioniso, esseri selvaggi, goderecci e grandi bevitori: un grappolo d'uva, un otre da vino oppure un calice per libagioni.  
			
			
			
							
								
												
			
								Ambito Culturale
						Ambito romano,  da prototipo ellenistico
 
												Cronologia
						II secolo d.C, seconda metà sec.
 
												Materiale e Tecnica
						Marmo, scultura e incisione, con uso di trapano corrente e scalpello
 
				
								
					Dimensioni
					Altezza: 78 cm 
Lunghezza: 57 cm 
Larghezza: 40 cm 
				  
								
												
								
				
								
				
								
								
				
								Collocazione
						Museo Archeologico
sala V
 
								
								
								
								Stato di conservazione
						Mutilo
 
								
								
								
								Dati di scavo
						Scavo Assicurazioni Generali
1924
rinvenuto in due frammenti alla profondità di 5 metri.
 
								
								
				
								
								Osservazioni
						La statua è copia romana di un bronzo ellenistico del Il secolo a.C., la cui dimensioni dovevano aggirarsi intorno ai 2,10 metri. In età ellenistica il Sileno diede origine a una grande fioritura di interpretazioni e varianti, che a loro volta furono ampiamente copiate in età romana più per il valore decorativo che per quello simbolico di essenza demoniaca legata alle forze della natura . La lavorazione meno accurata sul retro lascia pensare che la statua fosse collocata in una nicchia o a ridosso di una parete, non si può dire se in luogo pubblico o in un giardino privato.